giovedì 12 settembre 2013

RECENSIONE MùM - SMILEWOUND A CURA DI DAVIDE MONTEVERDI


Mùm: “Smilewound” (Morr Music, 2013).

Nei giorni come questi, dove gli spasmi addominali fanno “Ciao Ciao” già alle 

prime luci dell’alba, solo i Mum possiedono ancora un qualche potere taumaturgico, 

l’allegro zuccherino colorato da ficcarti nella camomilla bollente..

Il bizzarro esperimento islandese, in bilico tra tricchettracche barocchi e sottili 

tessiture pop/minimaliste, con “Smilewound” arriva al suo sesto album in studio e 

affina il tiro con maggior lucidità rispetto al precedente “Sing Along To Song You 

Don’t Know”, già di per sé lavoro pregevole, sul versante digeribilità musicale..

Certo: se ti piace la vita rock and roll, la slam dance, il delirio alcolico e tuo padre 

di nome fa Iggy Pop, loro saranno l’ultima band che vorresti ascoltare in sella ad un 

chopper.

Ma se, per una frazione di secondo, ti pensassi a rubare girasoli dalle siepi del  vicino 

paraculo, bè, sarebbero di certo i Mum a scrivere la colonna sonora perfetta per 

questo rinnovato guizzo dandy.

Dopodichè i sussurri scalda patta di Gyða Valtýsdóttir (rientrata da poco alla base) 

e le volute glitch disseminate qua e là in “Smilewound”, ricamano merletti per un 

mondo che, di fatto, non esiste più.

Elegante e misurato. Nella luce e nelle ombre.

La  cui sola versione millantata contribuisce a ottimizzare ogni singolo frame del 

quotidiano, recando in dote scie delle nostre migliori speranze, anche ad occhi chiusi.

“Smilewound” si presenta così, come un lavoro che parte in sordina e impenna pian 

piano, cui basta concedere un minimo di fiducia per sedere comodi in posizione ready 

to chill.

Che dire poi della tracklist? Titoli da lacrime agli occhi e standing ovation 

incorporata.

Le nostre song preferite si confermano “When Girls Collide”, “Candlestick” e “The 

Colorful Stabwound” viziose e sporcate dal ritmo, con “One Smile” e  “Sweet 

Impression” ad una incollatura morbida.

Mentre inutilmente banale risulta il featuring di Kylie Minogue (proprio lei) in 

“Whistle”, la presunta bomba (inesplosa) di questo “Smilewound” belloccio.

Alla fine nient’altro che un falso allarme qua in versione bonus per bravi ragazzi.

E che il dio Ventolin abbia finalmente pietà di noi, perchè al prossimo vocal

strascicato potremmo sbroccare come se non ci fosse un domani.



Video: 





Davide Monteverdi.