martedì 14 agosto 2018

DEAF WISH: "LITHIUM ZION" (Sub Pop, 2018).


I Deaf Wish sono un quartetto piuttosto rumoroso e irrequieto che proviene da Melbourne, Australia, città che può vantare grandi tradizioni in un certo ambito rock, quello più claustrofobico e chiaroscurale, dove a vario titolo hanno sguazzato per anni tizi come Birthday Party, Foetus, Ikon, Lisa Gerrard e Bad Seeds tanto per citare quelli che ce l'hanno fatto a vedere la luce.
"Lithium Zion" è il quinto lavoro in studio della band, il secondo per la Sub Pop, ed è magnificamente disturbante durante i suoi 40 minuti di perlustrazione incessante dell'imbrunire, grazie alla meticolosa bravura nel fotografare squarci di vita aliena urticanti e compressi fino al fastidio fisico. E' un mix compatto di noise rock, new wave, shoegaze, indie rock (e chi più ne ha più ne metta) che sottolinea alla perfezione le linee vocali della leader Sarah Hardiman e della band in generale che si alterna al microfono con risultati davvero interessanti.
Insomma 11 pezzoni (quasi tutti) poderosi che ricalcano sì tematiche già ampiamente sentite, ma che ritoccate qua e là con piglio adrenalinico e ispirato vivono di vita propria: ci senti dentro l'eco di Fall, Siouxsie & The Banshees, Dinosaur Jr, Sonic Youth e mezzo catalogo Sub Pop/SST. I kids però  viaggiano veloci e lontani con le melodie che possono permettersi e lo fanno bene, strizzando al minimo sindacali le concessioni "pop" e dando il La ad un'idea personale e ben rifinita in ogni dettaglio.
"FFS", "Lithium Zion", "Birthday", "Smoke" sono vere e proprie leccornie novembrine in anticipo sui tempi, "OX" e "Deep Blue Cheated" stanno lì ad un'incollatura in questo affresco sonoro che è una delle vere sorprese dell'estate 2018.
Interessante!







Davide Monteverdi