venerdì 15 novembre 2019

NO STRANGE: "MUTTER DER ERDE" (Area Pirata, 2019).


I No Strange possono piacere o non piacere, ma restano una delle poche band "alternative" con carisma e argomenti.
L'unica, o quasi, che è sopravvissuta ai famigerati anni '80 muovendosi con eleganza e volo libero tra le pieghe della psichedelia più cosmica, ammantando testi misticheggianti e introspettivi di un caleidoscopio sonoro dalla rara potenza evocativa.
Questa formula alchemica si è concretizzata ai massimi livelli in 
"Mutter Der Erde" dove, attorno al duo storico formato da Alberto Ezzu e Salvatore "Ursus" D'Urso, si schierano ospiti perfettamente in linea con la direttrice musicale della band torinese: Gabriele Maggiorotto (basso) e Riccardo Salvini (batteria) degli Indianizers, Stefania Priotti (violino) e Simona Colonna (violoncello, flauto), e i due soprani Paola Scatena e Rita Tekeyan - l'armena che in "Kilikia" rende omaggio alle parole del poeta Komitas - a perlustrare profondità siderali con i loro vocalismi sinuosi.
Non è mai semplice definire l'arte dei No Strange perchè è mutevole come le stagioni, variano di intensità e colori nonostante seguano uno "schema" ormai acclarato.
Ed è perfetto così!
Mano libera dunque all'esoterismo bucolico, alla musica antica, al Prog, al Kraut Rock in odor di Corrieri Cosmici, ai momenti meditativi alla Dead Can Dance, all'elegia che celebra Gaia e i suoi riti ancestrali, in un melange di equilibri sottili e talmente ben architettati che"Mutter Der Ende" si trasforma in ascolto virale. 
Il succo della magia dei No Strange sta proprio qua: saper narrare storie "bislacche"senza annoiare mai!
Bravi loro a "dedicare" questo album (il 5° dalla reunion del 2011) a Jutta Nienhaus - cantante degli Analogy e collaboratrice di pregio mancata poco prima di questa ultima produzione - e bravi i kids di Area Pirata/Psych Out per la bella stampa limitata in vinile pesante, con flipback cover, e coupon per il download.



Ascolta anche: "Voyage Dans La Lune", "Un Viandante Tra le Stelle".





Davide Monteverdi.