lunedì 22 giugno 2020

Shabazz Palaces: "The Don Of Diamond Dreams" (Sub Pop, Cd 2020).


A Ishmael Butler e a Tendai "Baba" Maraire non riuscirebbe qualcosa di basico neanche se ci provassero con tutte le loro forze.
Anzi, il percorso musicale degli Shabazz Palaces si arricchisce a ogni episodio di nuove visioni trascendentali proiettate in un futuro cosmico sempre più stratificato, dove gli incroci tra cultura Afro, Hip Hop, R&B, Jazz, Dub, Soul e Funk si dilatano all'inverosimile inglobando suggestioni sia dal passato che dal presente.
Se negli album precedenti le influenze acclarate del duo di Seattle rispondevano a nomi leggendari come Miles Davis, Sun Ra, George Clinton, Pharoah Sanders e Alice Coltrane in "The Don Of Diamond Dreams" la principale fonte d'ispirazione - sbandierata in tutte le interviste con malcelato orgoglio paterno- è Lil Tracy, principe della scena Emo Rap nonchè figlio prediletto di Ishmael, che di nome fa Jazz tanto per capirci.
L'apporto di sangue fresco fa progredire sensibilmente il progetto, inoculandogli quella contemporaneità nei beat e nelle rime - a botte di autotune distorto e trap lunare - che se da un lato appaga l'insaziabile fame di innovazione di Butler, dall'altro cerca di far breccia nei cervelli dei nuovi flippati di device e social media.
Per fortuna le nuove virate si integrano al meglio con la rotta musicale già tracciata, senza minimizzarne l'intensità in alcun modo.
Si conferma così l'incredibile complessità delle tessiture sonore e concettuali alla base del nuovo lavoro. Complessità che si esplicita nel soundclash di rara compiutezza tra analogico e digitale, tra fenomenali musicisti in carne e ossa, featuring, e synth iperuranici, tra quotidianità metabolizzata e pellegrinaggi ultraterreni.
"The Don Of Diamond Dreams" è la narrazione affascinante - 10 tappe in tutto - di un viaggio avventuroso nelle potenzialità dell'impensabile: siamo ormai oltre l'hip hop astratto cui gli Shabazz Palaces ci hanno abituato in passato e a un soffio dalla (meritata) consacrazione nei libri di storia della Grande Musica.


Ascolta: "Ad Ventures", "Bad Bitch Walking", "Reg Walks By The Looking Glass".








Davide Monteverdi.


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