Wilbirds & Peacedrums.
Mai ascoltati prima nella mia vita media.
Un duo svedese brillantissimo, voce e percussioni, formato
da Mariam e Andreas oggi al loro quarto album, con questo “Rhythm”, compagni
d’arte e nella vita ormai da quasi un decennio.
Il primo ascolto dell’album è già di per sé un’esperienza
mistica, così com’è infarcito di vocalismi eterei, rumorismi esoterici, ma con
un filo conduttore preciso, lineare e sbalorditivo per incisività e fascino.
Un pò Diamanda Galas, un pò Goat, un pò Kate Bush (nelle
dovute proporzioni) in bilico su una voragine che sputa lapilli wave, come un
utile breviario che riassume 40 anni di musica intelligente, ma per tutti,
carismatica e indolente come una tazza di latte caldo.
Un progetto pregiato questo “Wildbirds & Peacedrums”,
una gemma da lisciare alla follia, buono
appunto alle 2 di pomeriggio come a notte fonda davanti ad un bicchiere di
torbato, a mollo in cerchi di fumo viziato e luci inesistenti.
Ansia tribale, richiami ancestrali, voce che ti si arrampica
su per l’anima come se non ci fosse un ascensore buono nel raggio di km e
arrangiamenti che mai sfiorano l’inutile barocco costituiscono l’ossatura imprescindibile
di “Rhythm”.
Scaletta precisa.
Acquisto doveroso.
Piacevole scoperta nell’autunno tardo.
Davide Monteverdi
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