sabato 5 gennaio 2019

ECCO LA PLAYLIST DEL 2018!


Non è una classifica, nè vuole esserla.
Trattasi di semplice musica bella ascoltata/amata/acquistata durante il 2018 senza soluzione di continuità.
Incasellata, ma non schiava, anche grazie alla ricerca personale e agli spunti di millemila amici e playlist nate proprio come questa.


1) ROLLING BLACKOUTS C.F. "Hope Downs" (Sub Pop)

2) LAY LLAMAS "Thuban" (Rocket Recordings)

3) NU GUINEA "Nuova Napoli" (NG)

4) NIN "Bad Witch" (Null Corporation)

5) ART BRUT "Wham! Bang! Pow! Let's Rock Out" (Alcopop)

6) CALIBRO 35 "Decade" (Record Kicks)

7) LA LUZ "Floating Features" (Hardly Art)

8) NICOLA CONTE & SPIRITUAL GALAXY "Let Your Light Shine On" (MPS Records)

9) HOT SNAKES "Jericho Sirens" (Sub Pop)

10) THE LIMINANAS "Shadow People" (Because Music)

11) IDLES "Joy" (Partisan)

12) TASH SULTANA "Flow State" (Lonely Lands)

13) OH SEES "Smote Reverser" (Castle Face)

14) FANTASTIC NEGRITO "Please Don't Be Dead" (Cooking Vinyl)

15) IDIOTA CIVILIZZATO "Idiota Civilizzato" (Static Shock)



Davide Monteverdi



venerdì 4 gennaio 2019

Green River: "Dry As A Bone" + "Rehab Doll" (Sub Pop 2019 Deluxe Editions, Cd)



Si può dire che tutto sia iniziato da qui, da quel lontano 1984.
Un gruppo di amici senza particolari abilità creative e compositive che inconsapevolmente, insieme, cambieranno le rotte della nuova musica alternativa mondiale.
Questo erano in realtà i Green River: punk hardcore a tempo (quasi) scaduto e grunge in fasce, con quella miscela zozza e slabbrata di melodia e rumore, ballate lunari e chitarre anarchiche, Black Sabbath e Black Flag, che verrà subito dopo canonizzata con successo planetario da Nirvana e Soundgarden.
La Sub Pop, con l'ennesimo colpo di genio, ristampa all'inizio di questo 2019 l'intera "discografia"della band capostipite del Seattle Sound con la supervisione del producer originale Jack Endino e in versioni dopate e deluxe, sia in cd che in vinile dopo moltissimi anni: l'Ep "Dry As A Bone" del 1987 e l'album "Rehab Doll" del 1988, usciti accorpati in un cd unico 3 decenni fa circa e oggi presentati con gustosissimi extra a corredo, tra cui una versione "Loser Edition" su prenotazione e limitata in doppio vinile colorato (oltre a quella in normale doppio vinile nero) per ciascuna uscita.
Davvero un'operazione curata nei minimi particolari tecnici e filologici e, forse, necessaria per ribadire alle nuove generazioni (sempre che gli interessi qualcosa di buono) e ai nostalgici completisti quelli che furono i prodromi di una stagione musicale gloriosa, ovvero l'esplosione del Grunge su scala mondiale.
I Green River senza saperlo furono il primo supergruppo di Seattle, capitanato da tali Mark Arm, Stone Gossard e Jeff Ament che si divisero l'intera scena con alterne fortune nei Mudhoney, Mother Love Bone, Temple Of The Dog e Pearl Jam.
Si sciolsero nel 1988 (freschi di "Rehab Doll" appena licenziato) per le solite, banali, divergenze artistiche: Ament e Gossard alla ricerca della fama imperitura ed economicamente vantaggiosa da una parte, Mark Arm dall'altra con la sua proverbiale ostilità ai diktat del mercato e dell'hype.
Perchè ad essere sinceri accesero sì la miccia del futuro prossimo venturo, ma vendettero pochissimo nell'immediato e le profonde frustrazioni ebbero il sopravvento su tutto e tutti.
Il resto è storia contemporanea, un pò usurata dai tempi, ma che mantiene un fascino discreto  difficilmente riscontrabile negli attuali fenomeni sociomusicali.
Ai Green River dobbiamo anche la diffusione del termine Grunge utilizzato all'epoca dal boss della Sub Pop, Bruce Pavitt, per la promozione di "Dry As A Bone" sul territorio statunitense.
Dunque cosa aggiungere ancora su questa fantastica doppietta foderata di rare e gustose chicche, tra mix aggiornati, demo, featuring da compilation introvabili, cui va tutto il mio amore e la mia malinconia? Che trattasi di opera imprescindibile da acquistare e sparare a volume 10 sullo stereo di casa? Che Seattle non è mai stata così vicina? Che la Sub Pop spacca? Io me la sfango con una leggera predilezione per le atmosfere più rauche ed acerbe di "Dry As A Bone" rispetto all'evoluzione allucinata del pacchetto "Rehab Doll", "Swallow My Pride" compresa.
Io per una volta c'ero o quasi e questo già mi sollazza, al di là di gusti e visioni del tutto personali.

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Davide Monteverdi.