Quando abiti a Topanga Canyon e nel tuo piccolo studio di registrazione casalingo incidi musica iperuranica, sognavi di fare questo da grande? Di diventare un menestrello freak tutto capelli, delay e flower power?
Probabilmente sì e a Morgan Delt la faccenda piace parecchio, perchè questo suo "Phase Zero" (primo album per la gloriosa Sub Pop di Seattle) suona proprio come un paradosso spazio temporale.
Una sorta di incrocio magico tra la Summer Of Love 1967, istantanee shoegaze, e gli Allah Las ben chiari nelle melodie che nulla hanno di nuovo, ma sono ben fatte e ben suonate.
Vale a dire che i riferimenti per questa neopsichedelia gentile restano gli stessi di sempre per tutti quelli della "scena", tra cui alcuni prezzolati vicini di casa dello Stesso: Joni Mitchell, Buffalo Springfield e Byrds in primis.
Ripeto, niente di stravolgentemente innovativo, ma 10 brani che ti incatenano i nervi e dopano le sinapsi con leggerezza e semplicità, da consumo estivo così come da guide notturne persi su qualche provinciale con il sorriso sulle labbra.
Attendiamo il buon Morgan alla prossima prova discografica, o magari su un palco vicino a casa pronto a darci battaglia.
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