Hibou Moyen è Giacomo Radi, circondato da amici musicisti, seduto su una poltrona comoda a suonare e a riflettere sulla vita.
"Fin Dove Non Si Tocca" è un capitolo, il secondo della sua carriera solista, intriso di delicatezza ed educazione sonora.
Pregiato e pregevole nei testi come nella sonorizzazione dei sentimenti, magistralmente compressi in 10 brani dall'ottima produzione di Umberto Maria Giardini.
La sensazione è che i continui rimandi a qualcosa d'altro limitino la completezza di un disco nato per esprimere se stessi, come chiunque abbia bisogno di un angolo polveroso per vivere lentamente e piangere di meraviglia.
C'è dell'intimismo nelle parole di Giacomo, ma mai debordante nel nichilismo inutile.
C'è della luce fuori dai 10 piccoli tunnel che mantiene salda la speranza di un rettilineo soleggiato e sicuro.
L'ho ascoltato molte volte questo Hibou Moyen nuovo di zecca: il cantautorato italiano minore 2.0 bussa alla porte ed è un piacere farlo entrare come un vecchio amico di ritorno dal nulla.
Consigliato, nella speranza di vederlo nel prossimo futuro su qualche palco non necessariamente di provincia.
Davide Monteverdi.
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