Il 5 Giugno esce - finalmente - il nuovo album dei Rolling Blackouts C.F. e saranno momenti di godimento vero e meritata spensieratezza. La cristallizzazione sociale del Lockdown che si sgranchisce pian piano nella Fase 2, il cuore in panne, il desiderio - da far scoppiare la testa - di danze sfrenate ed empatie diffuse rivendicavano una colonna sonora di sole e chitarre che la band di Melbourne ci elargisce qua a piene mani.
E non è un caso che la data scelta sia proprio questa - un momento storicamente complicatissimo e programmaticamente incerto - al netto di ripensamenti ed elucubrazioni affaristiche, tanto forte era la necessità di dare una forma finita il prima possibile a mesi di lavoro durissimo. Come a sancire, in via definitiva, la contrapposizione netta tra il "Mondo Prima" e il "Mondo Dopo" con la testa leggera già proiettata alla fase successiva.
Il tour in giro per il mondo a promuovere "Hope Downs", il processo creativo, le sessioni in studio, la lontananza da casa e dalla quotidianità degli affetti, infine la pandemia hanno fatto il resto.
"Sideways To New Italy" diventa così un romantico diario di viaggio, interiore e geografico, articolato - con genuina empatia - in dieci episodi dove la doppia sospensione spazio-temporale/emotiva si racconta col linguaggio che i Rolling Blackouts C.F. hanno imparato ad affinare in maniera impeccabile: la coralità
Le tre chitarre di Tom, Joe (White) e Fran si incrociano, si annusano, si sfidano - così come le voci e le rispettive liriche - rincorrendosi sulla base ritmica che Joe (Russo) e Marcel ricamano con potenza e precisione, affidando alle melodie - mai così cristalline - il compito di chiudere il cerchio emozionale tra potenziali instant hit e ballate da college radio.
E' una storia che profuma di vita vera iniziata nel villaggio sperduto di New Italy, metabolizzata in Italia - ormai meta prediletta del quintetto - e conclusa col caldo abbraccio del ritorno in Australia.
Un vagabondare iniziatico le cui tappe non ci sono poi così estranee: mettersi in gioco, perdersi, ritrovarsi.
Davvero una sensazione di piacevole appagamento constatare quanto la band abbia mutato pelle in questo tragitto, affrontando il nuovo album con il piglio dell'artista consumato, senza però rinnegare l'urgenza espressiva degli esordi.
I Rolling Blackout C.F. si confermano una solida certezza del panorama "Indie Rock" e pronti, ora più che mai, a sfidare il Mondo a suon di canzoncine strepitose.
L'ultimo capitolo credibile, in ordine di tempo, di un Paese che raramente ci ha deluso in campo musicale.
Da ascoltare a ripetizione fino ad avvenuta fusione del supporto!
Ascolta: "The Second Of The First", "The Only One", "Not Tonight".
Davide Monteverdi.
Nessun commento:
Posta un commento