Certa musica non andrebbe discussa, scritta, sezionata con la testa, andrebbe solo e unicamente ascoltata in religioso silenzio con l'anima spalancata e sincera.
D'altronde non è un mistero che ami Elli De Mon (al secolo Elisa De Munari) e la musica inquieta e profonda che disperde nei meandri emozionali di chi l'ascolta, e infatti avevo scritto del bellissimo Countin' The Blues proprio QUA qualche tempo fa.
Quindi è con un pò di sorpresa, e altrettanta eccitazione, che mi trovo per le mani questo "Pagan Blues" la seconda tappa della collaborazione/alleanza tra la poliedrica artista vicentina e Area Pirata, la leggendaria label pisana che sta stravolgendo il panorama musicale tricolore con le sue produzioni di qualità.
Pubblicato verso la fine di Aprile è il settimo sigillo discografico della "one woman band" - come Elisa ama definirsi nelle interviste - e probabilmente il più profondo, contrastato, doloroso e catartico della sua intera carriera, intriso com'è dei suoi tumulti interiori
Nove composizioni che recitano un Blues sofferto che striscia sanguinante e indomito nelle paludi della Psichedelia, dello Swamp Rock più corrosivo, del Rock And Roll meticcio di ritualismi sciamanici, mostrandone le cicatrici vive sulla propria pelle di serpente con fierezza, come fossero trofei dal valore inestimabile.
"Pagan Blues" è questo e altro ancora, ma è soprattutto un' Esperienza Esistenziale Totale.
Un viaggio amniotico nelle lande dimenticate dal tempo, dove sofferenza e disperazione incrociano le armi quotidianamente con la speranza di rimettersi finalmente in piedi, per quel che è l'eterna lotta di stabilizzare l'equilibrio precario della bilancia cosmica.
C'è anche tutta l'insofferenza e la ribellione di una sopravvissuta nel succo del Blues Pagano: nei confronti delle consuetudini, delle ortodossie, dei moralismi, e i territori marchiati a fuoco sono gli stessi che ancora rimbombano degli echi di PJ Harvey, Jon Spencer, Gun Club, Bessie Smith e di molti altri cantori della diversità che abbiamo imparato ad amare.
"Pagan Blues" rimette in pace con il mondo capovolto che ci troviamo a calpestare, la verità è questa senza tanti giri di parole.
E se a qualcuno può sembrare un rito di passaggio, non sbraiti poi alla ricerca di una medicina che sia salvifica.
Ascolta: "I Can See You", "Catfish Blues", "Ticking", "Siren's Call".
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