"Spazio 1918" è un album che ti fa letteralmente volare via di testa.
Non c'è altro da dire.
Parliamo di pura magia sonora e compositiva, di una sommatoria di talenti virtuosi della scena Off italiana che cesellano 11 brani fuori dal tempo e dalle latitudini.
Loro sono Bruno Dorella (Ronin, Bachi Da Pietra), Stefano Ghittoni (Dining Rooms, Tiresia) e Francesco Giampaoli (Sacri Cuori, Brutture Moderne) all'esordio sulla label Brutture Moderne dopo 2 anni di intenso lavoro in studio di registrazione.
Parliamo di musica cinematica, di landscapes avvolgenti e dal volto umano, di macchine al servizio dell'ingegno e della sensibilità flessibile di artisti dal sangue caldo ma misurato, dai suoni obliqui ma carezzevoli in ogni singolo episodio.
Davvero una bella sorpresa "Spazio 2018": un susseguirsi lisergico di strumentali (tranne la favolosa "Spirit" cantata da Ghittoni in versione Greg Lake cosmico) che paiono piccoli sketch per film dal glorioso passato, trafitti come sono da schegge di Funk e Trip Hop, Afro e Jazz, ElettroAmbient e Psichedelia, ammaestrate alla perfezione in un'amalgama struggente ed altamente evocativa.
I GDG Modern Trio sono bravi a brandire chitarre, synth, samples e beats come consumati esorcisti nel tentativo di sintetizzare la notte, i suoi marciapiedi chiazzati di stelle pieni di demoni rozzi e deliri ipnotici, per poi somministrarla di giorno in blister di pura resistenza musicale alla Banalità.
Insomma applausi a scena aperta per "Spazio 1918" e attendiamo i GDG Modern Trio nella dimensione che più ci piace, quella live!
Davide Monteverdi
Nessun commento:
Posta un commento