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domenica 9 gennaio 2022

BARMUDAS: "Every Day Is Saturday Night" (Area Pirata,Lp 21).

"Everyday Is Saturday Night" è l'antidoto perfetto per questi tempi avari di gioie, danze, empatia e rimescolamento casuale di fluidi corporei. L'esordio sulla lunga distanza dei Barmudas è infatti un formidabile inno alla gioia, alla spregiudicatezza dei dropouts e all'innocenza delle motivazioni, al jeans in total look slabbrato da risse nei vicoli molte birre dopo discussioni poco edificanti. Con il cervello in pappa per il mix anfetaminico di Glam, R'n'R e Punk nella loro configurazione più sincera e coerente. Il quartetto toscano caccia sul tavolo una manciata di pasticche sonore che davvero manda in orbita, in scia all'onda lunga generata dai pluridecorati Giuda ma con un retrogusto più ambiguo e sguaiato che attraversa l'intero album con perversa uniformità d'intenti: fare festa anche dove la festa non esiste. Alla faccia della quotidianità attuale così crudele, divisiva, annegata nella diffidenza generalizzata. "Everyday Is Saturday Night" è un "successo" sotto ogni punto di vista, confermandosi un opera prima che arricchisce la "subculture" italica di un'altra gemma che - speriamo - si perpetui sia dal vivo che nei futuri lavori di studio. File Under: New York Dolls, Ramones, Dictators, Clash, T Rex, Slade, Kiss.

ASCOLTA: "Bar-Mus-Ass", "Zombie Teacher", "Spit Room Party", "Lock In".


AREA PIRATA


Davide Monteverdi.

lunedì 3 giugno 2019

Tony Borlotti E I Suoi Flauers: "Belinda Contro I Mangiadischi".


Quando sta per scoppiare l'estate italiana bisogna farsi trovare pronti.
Un buon taglio di capelli ad esempio, un abito ben stirato e profumato, Vespa o Lambretta di ordinanza tra le cosce e via per il mondo luccicante, appetitoso, e pronto a ricevere tutto l'Amore di cui siamo capaci.
Aggiungete pure ampie libagioni, tramonti in formato cartolina, qualche vaga reminescenza di un'epoca meravigliosa, e (probabilmente) irripetibile, e otterrete la sintesi perfetta delle 12 canzoni che compongono "Belinda Contro I Mangiadischi".
L'ultima fatica discografica di Tony Borlotti E I Suoi Flauers che non si smentiscono mai, sprizzando gioia, stile, divertimento e ironia in un momento storico dove il "sole" stenta a splendere e i Sixties paiono lontani una galassia intera.
E quando il grigio imperversa cosa ci può davvero salvare se non una robusta intramuscolare di Musica Beat per "giovani scapestrati"?
Il combo di Salerno svolge questa missione in maniera eccelsa, riuscendo nell'impresa di trasportare l'irruenza sbarazzina dei suoi live nell'algido supporto fisico, smazzato as usual da quei tipacci di Area Pirata.
"Belinda Contro I Mangiadischi" fa volare tutto ed è il miglior modo di festeggiare i (quasi) 25 anni di attività per Tony Borlotti E I Suoi Flauers: gentiluomini dall'attitudine deliziosa e di ineccepibile perizia musicale.
Chiamatela come vi pare (per cortesia no vintage e no retrò), ma per me è solo musica squisita sotto il cielo blu.



Ascolta: Un Tempo Per Noi, Sono Nei Guai, Belinda Contro I Mangiadischi, La Giostra, Programma Beat.




Davide Monteverdi


mercoledì 27 giugno 2018

GDG MODERN TRIO: "Spazio 1918" (Brutture Moderne, 2018)


"Spazio 1918" è un album che ti fa letteralmente volare via di testa.
Non c'è altro da dire.
Parliamo di pura magia sonora e compositiva, di una sommatoria di talenti virtuosi della scena Off italiana che cesellano 11 brani fuori dal tempo e dalle latitudini.
Loro sono Bruno Dorella (Ronin, Bachi Da Pietra), Stefano Ghittoni (Dining Rooms, Tiresia) e Francesco Giampaoli (Sacri Cuori, Brutture Moderne) all'esordio sulla label Brutture Moderne dopo 2 anni di intenso lavoro in studio di registrazione.
Parliamo di musica cinematica, di landscapes avvolgenti e dal volto umano, di macchine al servizio dell'ingegno e della sensibilità flessibile di artisti dal sangue caldo ma misurato, dai suoni obliqui ma carezzevoli in ogni singolo episodio.
Davvero una bella sorpresa "Spazio 2018": un susseguirsi lisergico di strumentali (tranne la favolosa "Spirit" cantata da Ghittoni in versione Greg Lake cosmico) che paiono piccoli sketch per film dal glorioso passato, trafitti come sono da schegge di Funk e Trip Hop, Afro e Jazz, ElettroAmbient e Psichedelia, ammaestrate alla perfezione in un'amalgama struggente ed altamente evocativa.
I GDG Modern Trio sono bravi a brandire chitarre, synth, samples e beats come consumati esorcisti nel tentativo di sintetizzare la notte, i suoi marciapiedi chiazzati di stelle pieni di demoni rozzi e deliri ipnotici, per poi somministrarla di giorno in blister di pura resistenza musicale alla Banalità.
Insomma applausi a scena aperta per "Spazio 1918" e attendiamo i GDG Modern Trio nella dimensione che più ci piace, quella live!










Davide Monteverdi

martedì 22 maggio 2018

THE SCRUBS: "Skulls And Dolls" (Area Pirata, 2018).


In certe situazioni parla la Musica ed è più che sufficiente.
Gli Scrubs da Lodi confezionano un album d'esordio semplicemente PERFETTO.
Tredici tracce originali più la cover di "Be A Caveman" degli Avengers (no, non quelli di Penelope Houston) che inquadrano il fenomeno Garage Punk nella sua essenza 2.0: nessuna sbavatura, nessuna ingenuità, genuinità a pacchi, suoni taglienti e precisi che rendono un doveroso tributo (e nulla più) al revival 80's più che ai 60's di riferimento.
25 minuti che scorrono via come una pinta di birra ghiacciata, dove i link musicali sono altissimi e rispondono al nome di Sonics, Miracle Workers, Chesterfield Kings, Plan 9, Gravedigger V, Sick Rose, Fuzztones, Lyres tra quelli che vengono in mente ai primi furibondi ascolti.
"Skulls And Dolls" sembra provenire da un altro universo, da una galassia dove tutto è pace e amore, musica e gare di impennate, sbronze e onde sfavillanti.
Lodi, lo capite? Lodi, e poteva tranquillamente essere Portland, Los Angeles, Austin, Londra, Goteborg o Atene.
Tanto il linguaggio utilizzato dalla band è internazionale sia come background sonico che come attitudine generale che i minuti della tracklist tratteggiano con dovizia di particolari.
Ecco, gli Scrubs sono la Tempesta perfetta o perlomeno ne annunciano, beffardamente, l'arrivo prossimo venturo.
Bravo Massimo Robbi, bravi tutti i kids a costruire un album IMPRESCINDIBILE per chi mangia pane e garage tutti i giorni. Dove vocals, chitarre, Farfisa e sessione ritmica giocano con assoluta scioltezza un altro sport, travolgendo tutto e tutti con l'entusiasmo dei primi giorni di scuola!
Grazie Scrubs, grazie Area Pirata e ha pure smesso di piovere.
"Skulls And Dolls" esce su cd in tiratura limitata a 500 copie.
Troppo poche? Speriamo di sì!





Davide Monteverdi








domenica 29 aprile 2018

VANARIN: "OVERNIGHT" (Woodwarm Label, 2018).



"Overnight" è l'album di debutto su Woodwarm Music per la band di Bergamo, ma italo inglese per ascendenze genealogiche.
Capitanati da David Paysden (cantante, tastiere, chitarra) i Vanarin ci guidano mano nella mano, minuto dopo minuto, nel loro mondo sonoro fatto di altalene e zucchero filato.
L'album (pubblicato dopo un omonimo Ep autoprodotto nel 2017) è uscito a Marzo ed è composto da 10 tracce piuttosto eterodosse tra di loro, nonostante al di là delle influenze più varie si assapori un retrogusto comune che prende abbrivio dalla psichedelia.
O meglio, dalla personale declinazione che i Vanarin stessi danno ai suoni di matrice 60's e 70's, spruzzandoli qua e là di modernità sintetica e fragranza genuinamente italica.
"Overnight" non è un disco che ti entra nelle vene all'istante però: ha bisogno di essere assaggiato, masticato, digerito con pazienza e tempo utile a disposizione.
Ne esce così questa manciata di canzoni più che discrete, dalle atmosfere tratteggiate con delicatezza, e di sufficiente personalità compositiva.
La strada non è ancora del tutto in discesa per il quintetto lombardo, anche se il focus verso tentazioni POP(ular) è ben chiaro all'orizzonte e raggiungibile in scioltezza al netto di banali sbavature ovviabili, come l'essere talvolta scontati nel reiterare la calligrafia sonica mandata a memoria in anni di sale prove.
A conti fatti i Vanarin sono una band dagli ottimi margini di crescita e solo a fine rodaggio potremo alzare le palette e votare con obbiettività, magari di fronte ad un nuovo lavoro in studio.
Nel frattempo godiamoci questo "Overnight" augurandoci di incrociarli presto on the road.
Bello il packaging del cd.