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giovedì 10 febbraio 2022

Piaggio Soul Combination & Lakeetra Knowles: "Soultimate" (Area Pirata, Cd 2021).

Ti piace ballare scivolando sul dancefloor come fosse borotalco? Ti piace spassartela allo sfinimento e sudare tutto quello che hai vivendo notti infinite come un tempo? Se allo stesso modo ami la musica di fattura genuina, e dedita unicamente alla spensieratezza, allora devi assolutamente procurarti "Soultimate", l'ultima fatica discografica dei Piaggio Soul Combination. L'ensemble pisano - che conferma alla voce la brava Lakeetra Knowles in alternanza a quella del leader Marco Piaggesi - esordisce per la conterranea Area Pirata con questo terzo album tra l'altro licenziato in un formato sfizioso, ovvero un doppio vinile 12" in confezione gatefold, e registrato a 45 rpm per rendere giustizia alla cristallina produzione di Andy Lewis. Quattordici canzoni sfavillanti che si rincorrono l'una all'altra legate dal comune intento di far vibrare anima e piedi senza particolari pensieri, grazie al mix sonoro ultra vintage e pistaiolo. Soul, Disco, R&B, Boogaloo, Northern Soul e suggestioni Latin Jazz scolpiscono - impietosamente - il groove incendiario da cui "Soultimate" trae la preziosa linfa vitale che poi irradia su chiunque si avvicini ai suoi solchi. Un album dal respiro fieramente internazionale e a cui auguriamo tutta la fortuna che merita.

Ascolta: "Do It", "Newly Born Love", "Hitman", "Dome Slow", "I can't Believe",  






Davide Monteverdi.

martedì 9 giugno 2020

VV. AA.: "Last White X-Mas" (Area Pirata, 2xCd 2020).


Il 4 Dicembre 1983 il mondo esplode.
Letteralmente.
Almeno nell'universo Hardcore Punk.
Quel giorno il Gran Ducato Hard Core (GDHC), leggendaria crew DIY toscana, organizza un concerto "punk" - o meglio un raduno per come poi si concretizza - dove alcune band del panorama italiano convergono per dare vita - inconsapevolmente - a un evento diventato poi epico negli annali hardcore, sottocultura che tra il 1980 e il 1986 conosce il suo massimo fulgore.
Tutto accade all'interno della chiesa sconsacrata di San Zeno a Pisa (di proprietà del comune che la dà in concessione) nel giorno di Santa Barbara, con il chiaro intento di accendere i riflettori sulla nascente scena alternativa toscana. Inizialmente in cartellone compaiono solo i nomi di 11 band autoctone ai quali, in seguito, vengono aggiunti quelli di 2 ospiti di rilievo: i Fall Out di La Spezia (mai arrivati in città) e i Raw Power di Poviglio ("You Are The Victim" esce quell'anno) cui spetta l'onore/onere dell'apertura.
L'unica testimonianza di quel pomeriggio infinito sono le 6 ore di registrazioni - un semplice mangianastri collegato al mixer - che per tutta una serie di incredibili incroci sbarcano a San Diego dove la BCT (label DIY locale), attraverso un pesante lavoro di rimaneggiamento, le pubblica nel 1984 sotto forma di 2 cassette.
Da quel preciso istante l'hardcore italiano "esiste" e muta da fenomeno provinciale a pregiata merce da esportazione. Il resto è storia.
"Last White X-Mas", nella sua complicata evoluzione, scompare dai radar per i 3 lustri successivi per  riaffacciarsi sul mercato solo nel 2000, anno in cui la BCT stessa ristampa le cassette in un'edizione limitata su cd che ha come valore aggiunto una tracklist più sostanziosa.
Occorre infine un ultimo, lunghissimo, balzo spazio/temporale al 1° giugno 2020 - causa gestazione del progetto più slittamento per Lockdown dell'originaria uscita a marzo -  perchè Area Pirata (Pisa uber alles) renda nuovamente disponibile questo sanguigno - quanto seminale - testamento di un'Italia che se la giocava alla pari con il resto del mondo.
Questa volta sono 71 le tracce di furia inaudita e splendida ingenuità ricavate dai nastri restaurati e rimasterizzati da Alessandro Sportelli - colui che ha contribuito ad immortalarle quel 4 dicembre - e schiantate in un pack che restituisce piena dignità al mito: un doppio cd in 1000 copie arricchito dal bel booklet di 36 pagine pieno zeppo di foto e testimonianze di prima mano.
I live di CCM, I Refuse It, Useless Boys, Putrid Fever, Brontosauri, Juggernaut, Stato Di Polizia, Dements, War Dogs, Aufschlag e Traumatic risplendono di nuova vita, pronti a sfidare una platea più ampia dei 200 dropout allora inconsapevoli protagonisti di un episodio memorabile.
Un unico neo allontana dal 10 pieno questa ristampa magistralmente orchestrata: l'inevitabile, doloroso, stralcio dell'esibizione dei Raw Power - per una non meglio definita questione di diritti - che secondo affidabili insider verrà probabilmente recuperata nella prossima edizione. 
Oggi più che mai "la costa ovest si scatena" e l'anima torna a pulsare di rumore imprescindibile.




Davide Monteverdi.


venerdì 17 aprile 2020

The Strange Flowers: " Songs For Imaginary Movies" (Area Pirata, Cd 2020).


Cinque anni dopo "Pearls At Swine" - tra cambi di formazione, pause riflessive e ripartenze entusiastiche -  c'è ancora vita nei territori Strange Flowers.
Gli eroi pisani della stagione neopsichedelica italiana, nati artisticamente nel 1987, rientrano in piena attività in questo sciagurato 2020 con "Songs For Imaginary Movies", sempre per la benemerita label (pisana) Area Pirata, e lo fanno con 2 belle edizioni in tiratura limitata: una gatefold in vinile con 11 tracce e una in cd con 2 tracce bonus.
E per fortuna - dico io - perchè in questi tempi sospesi di incertezza totale la musica degli Strange Flowers è una manna dal cielo carica com'è di luce e colori ("colorful group" li definì una volta il guru Timothy Gassen), di movimenti plastici e sogni iridescenti, di immagini liberatorie e sonorità che stemperano le attese in coda, l'irrequietezza dilagante, gli incubi notturni.
Il quartetto si riforma attorno al nucleo originale composto da Michele Marinò (chi/vo), Giovanni Bruno (chi/vo) e Alessandro Pardini (ba) con l'aggiunta di Valerio Bartolini (bat) e si siede in cerchio attorno al fuoco in cerca di ispirazione. E qua, in questo nuovo album, ce n'è davvero a pacchi in ognuna delle canzoni, ma declinata secondo il principio di sobrio equilibrio tra vecchi e nuovi input, così da risultare, oggi, una band ancora attraente e mesmerica dopo essersi reinventata al netto di metamorfosi imbarazzanti.
Come nella vita anche nell'arte di comporre musica gli Strange Flowers alternano tempesta a quiete:  momenti caleidoscopici di chitarrismi frenetici e possenti incrociano ballate folk/bucoliche di grande intensità emozionale per trasformarsi subito dopo in istantanee soniche (proto) Brit e (proto) Grunge dal retrogusto sinuosamente 60's, con una vetta di assoluta eccellenza evocativa come "Heal".
"Songs For Imaginary Movies" per tutto questo, e molto altro, meriterebbe di piazzarsi tra i migliori album italiani del 2020 - l'anno in cui il mondo si è capovolto - stravolgendo ogni pronostico come in un sogno di Timothy Leary. 

Ascolta: "Cure Me", "Heal", "Apocalypse", "Stormy Waters", "Children Of The Drain".


  




Davide Monteverdi.

lunedì 3 giugno 2019

Tony Borlotti E I Suoi Flauers: "Belinda Contro I Mangiadischi".


Quando sta per scoppiare l'estate italiana bisogna farsi trovare pronti.
Un buon taglio di capelli ad esempio, un abito ben stirato e profumato, Vespa o Lambretta di ordinanza tra le cosce e via per il mondo luccicante, appetitoso, e pronto a ricevere tutto l'Amore di cui siamo capaci.
Aggiungete pure ampie libagioni, tramonti in formato cartolina, qualche vaga reminescenza di un'epoca meravigliosa, e (probabilmente) irripetibile, e otterrete la sintesi perfetta delle 12 canzoni che compongono "Belinda Contro I Mangiadischi".
L'ultima fatica discografica di Tony Borlotti E I Suoi Flauers che non si smentiscono mai, sprizzando gioia, stile, divertimento e ironia in un momento storico dove il "sole" stenta a splendere e i Sixties paiono lontani una galassia intera.
E quando il grigio imperversa cosa ci può davvero salvare se non una robusta intramuscolare di Musica Beat per "giovani scapestrati"?
Il combo di Salerno svolge questa missione in maniera eccelsa, riuscendo nell'impresa di trasportare l'irruenza sbarazzina dei suoi live nell'algido supporto fisico, smazzato as usual da quei tipacci di Area Pirata.
"Belinda Contro I Mangiadischi" fa volare tutto ed è il miglior modo di festeggiare i (quasi) 25 anni di attività per Tony Borlotti E I Suoi Flauers: gentiluomini dall'attitudine deliziosa e di ineccepibile perizia musicale.
Chiamatela come vi pare (per cortesia no vintage e no retrò), ma per me è solo musica squisita sotto il cielo blu.



Ascolta: Un Tempo Per Noi, Sono Nei Guai, Belinda Contro I Mangiadischi, La Giostra, Programma Beat.




Davide Monteverdi


lunedì 16 luglio 2018

THE BRADIPOS IV: "Lost Waves" (Area Pirata, 2018).


Più di vent'anni sulla cresta dell'onda e non fare una piega.
Suonano così, ancora incredibilmente bene, i Bradipos IV ed oggi arrivano al traguardo del 4° album, questo "Lost Waves", che non sposta di un millimetro l'amore del combo casertano dalle consuete coordinate che guardano al nuovo continente d'oltreoceano. E più precisamente alle spiagge californiane dei primi anni '60, nel pieno dell'impeto innocente e ingenuo pre Vietnam e pre Summer Of Love. Con in più una verve emo(tiva) ereditata dal recente tour che li ha portati a spasso nel deserto tra Las Vegas e Joshua Tree. Luogo colmo per antonomasia di visioni e finzioni, solitudine e creatività, dissoluzione e viaggi astrali, e che ha decisamente influenzato il loro spettro compositivo elevandolo ad una maturità che in precedenza pareva già acquisita, ma che in realtà oggi si è sviluppata ben oltre ogni confine creativo di genere.
Da tutte queste nuove esperienze nascono le 10 bellissime tracce originali e le 2 cover di pregio ("Ghost Hop", "Siboney") dell'album che vanno così a puntellare un blend perfetto tra musica strumentale e surf, non solo grazie a chitarre scintillanti e chirurgiche, ma anche al minutaggio medio che fila via veloce senza un attimo di tregua o noia.
I Bradipos IV con "Lost Waves" confezionano l'album più equilibrato e vibrante della loro carriera confermandosi, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, come una delle migliori band strumentali al mondo.






Davide Monteverdi

mercoledì 18 aprile 2018

THE SICK ROSE: "Someplace Better" (Area Pirata, 2018).


Il 35° anno di vita dei Sick Rose ci regala anche il loro 7° album.
"Someplace Better", sottotitolato "A Metaphoric Journey In Search Of A Better Place", ci restituisce una band (rimangono solo Luca Re e Diego Mese del nucleo originario) carica di nuove idee, nuovi percorsi e suoni ibridi tra il vecchio corso, più sporco e stradaiolo e questo nuovo, evoluto verso lidi roots e neopsichedelici.
Grazie all'intervento in sede di mixaggio e produzione di un pezzo da 90 come Ken Stringfellow, già con Posies R.E.M. e Big Star, e di una verve compositiva generale in grande spolvero.
"Someplace Better" è un album super solare e divertente, le cui 11 tracce tutte orginali contribuiscono ad alimentare il (giusto) mito di cui i Sick Rose godono in Italia e nel resto del mondo.
Insomma stiamo a parlare di un'eccellenza tricolore che meriterebbe un proscenio "pesante" e dal respiro sicuramente globale, nonostante la mia prima impressione è che i kids non siano tanto interessati a battaglie di ego e aereoporti, quanto a stigmatizzare con il loro sound sferragliante una compattezza e corenza raramente riscontrabili.
Bravissimi sì, ma brava anche Area Pirata a sovrintendere il progetto con una visione d'insieme e strategica fuori dal comune per una label indipendente, soprattutto in tempi non semplici come questi.
Parliamo di un packaging molto bello (merito del chitarrista Giorgio Cappellaro) e, as usual, di un'uscita in tiratura limitata sia in vinile che in cd.






Davide Monteverdi