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giovedì 5 gennaio 2023

Angeli: "Angeli" (Area Pirata, Lp 2022 Reissue).



Era il 1997 quando "Angeli" si affacciò nel panorama Alternative Rock internazionale.
Un album fatto da sopravvissuti della scena hardcore punk di Torino per orfani sonici ancora intontiti dallo scioglimento di una delle band italiane più influenti di sempre, i Negazione.
Gli Angeli (di cui abbiamo già scritto tempo fa su queste pagine recensendo "Voglio Di Più") erano una sorta di super band in cui confluirono Roberto "Tax" Farano (chitarra e voce, Negazione, Declino, Fluxus), Massimo Ferrusi (batteria, Stinky Rats, Negazione, Indigesti), e Luca Marzello (basso) ancora ebbri dell'immaginario sonico delle rispettive band di origine, ma pesantemente influenzati da quello che stava accadendo oltreoceano. Il Grunge era ormai un fenomeno di massa, l'Indie Rock una solida certezza perennemente vezzeggiata dalle case discografiche, e il Crossover un compromesso che metteva d'accordo le frange oltranziste dai background più eterogenei.
Ehi baby erano gli anni '90, e una nuova rivoluzione si affacciava alla porta di casa con prepotenza, quindi perchè non cavalcarla con coerenza e un pò di sfacciataggine? Ecco spiegati i testi in inglese (solo "E' Un Angelo" è cantato in italiano, come poi tutto il secondo album) e la maggior fluidità compositiva che ammiccava a band hype come White Zombie, Alice In Chains, Prong, Helmet (ma anche agli irlandesi Therapy?) tra le più rappresentative del momento, e comunque vicine alla sensibilità espressiva degli Angeli. Tutto sommato un deciso passo avanti rispetto alle radici nichiliste e "In Your Face" delle precedenti discografie.
Registrato in Francia nell'estate del 1996 presso i famigerati Black Studios - con la supervisione di Ian Burgees amico della band e stimato professionista - "Angeli" vide la luce originariamente solo in formato cd (su Free Land Records) - il trend dell'epoca imponeva infatti l'abbattimento dei costi di produzione - che andò sold out in pochissimo tempo, per poi perdersi nelle zone grigie del collezionismo almeno fino ai giorni nostri.
E infatti,  un quarto di secolo dopo (il 2 settembre 2022 per l'esattezza), Area Pirata riporta queste 15 perle dimenticate sotto i riflettori - grazie all'ennesima opera di ripescaggio culturale - perché tutti ne possano godere finalmente in vinile: una bella edizione a tiratura limitata in 300 copie, e con l'immancabile download card a corollario, che manderà in botta ogni dropout che si rispetti.
"Angeli" è davvero un'opera prima entusiasmante. 
Musicalmente perfetto per l'epoca in cui è stato pubblicato e attuale come pochi anche oggi: intenso, spigoloso, alla ricerca spasmodica della melodia, in un certo senso anche più rock oriented per aprirsi consapevolmente a una platea più vasta.
Da comprare al volo!

Ascolta: "Johnny", "Seven", "Maybe", "Son Of Heart", "Maria".






Davide Monteverdi.

martedì 8 giugno 2021

Angeli: "Voglio Di Più" (Area Pirata, Lp 2021).


"Voglio Di Più" mancava all'appello su vinile da oltre due decenni.
Uscì infatti a Gennaio 1999 per la Free Land Records il secondo album degli Angeli, e unicamente in compact disc. Giusto una manciata di mesi prima dello scioglimento definitivo della band, a conclusione di un tour italiano che riscosse parecchio successo.
Registrato come l'esordio omonimo ai Black Box Studios in Francia, e sempre con la supervisione di Ian Burgess (Naked Raygun, Jawbox, Ministry), "Voglio Di Più" vede ricompattarsi il supergruppo torinese guidato da Roberto "Tax" Farano e Massimo Ferrusi (entrambi nei Negazione, poi Indigesti, Fluxus, MGZ, Persiana Jones), grazie all'ingresso in formazione del nuovo bassista Marco Conti.
Inizia qua l'ultimo capitolo di una parabola breve ma incendiaria, all'insegna del verbo hardcore punk che tenta di sublimare in qualcos'altro: undici canzoni di rara intensità emotiva, in cui il mix tra impellenza sonica, rivendicazioni esistenziali, traiettorie melodiche, ricerca di nuovi territori espressivi, e testi (finalmente) in italiano risulta vincente sotto tutti i punti di vista.
Ecco cos'è "Voglio Di Più", il perfetto equilibrio delle parti, dove la voce roca di Tax scivola magistralmente sulle poderose basi ritmiche di Massimo e Marco, senza farsi sorprendere dalle svisate irruenti della sua chitarra.
Area Pirata ci ripropone questa gradevole boccata d'aria anni '90 in una bella edizione preparata nei minimi particolari: cinquecento copie in vinile, di cui solo duecento nella variante rosso splatter, inguainate in una lussuosa copertina apribile e coupon per il download a corredo.
Da riscoprire!

Ascolta: "Voglio Di Più", "Niente Per Me", "Facce Sconosciute", "Con Le Mie Scuse", "Cazzi Miei".






Davide Monteverdi.


martedì 9 giugno 2020

VV. AA.: "Last White X-Mas" (Area Pirata, 2xCd 2020).


Il 4 Dicembre 1983 il mondo esplode.
Letteralmente.
Almeno nell'universo Hardcore Punk.
Quel giorno il Gran Ducato Hard Core (GDHC), leggendaria crew DIY toscana, organizza un concerto "punk" - o meglio un raduno per come poi si concretizza - dove alcune band del panorama italiano convergono per dare vita - inconsapevolmente - a un evento diventato poi epico negli annali hardcore, sottocultura che tra il 1980 e il 1986 conosce il suo massimo fulgore.
Tutto accade all'interno della chiesa sconsacrata di San Zeno a Pisa (di proprietà del comune che la dà in concessione) nel giorno di Santa Barbara, con il chiaro intento di accendere i riflettori sulla nascente scena alternativa toscana. Inizialmente in cartellone compaiono solo i nomi di 11 band autoctone ai quali, in seguito, vengono aggiunti quelli di 2 ospiti di rilievo: i Fall Out di La Spezia (mai arrivati in città) e i Raw Power di Poviglio ("You Are The Victim" esce quell'anno) cui spetta l'onore/onere dell'apertura.
L'unica testimonianza di quel pomeriggio infinito sono le 6 ore di registrazioni - un semplice mangianastri collegato al mixer - che per tutta una serie di incredibili incroci sbarcano a San Diego dove la BCT (label DIY locale), attraverso un pesante lavoro di rimaneggiamento, le pubblica nel 1984 sotto forma di 2 cassette.
Da quel preciso istante l'hardcore italiano "esiste" e muta da fenomeno provinciale a pregiata merce da esportazione. Il resto è storia.
"Last White X-Mas", nella sua complicata evoluzione, scompare dai radar per i 3 lustri successivi per  riaffacciarsi sul mercato solo nel 2000, anno in cui la BCT stessa ristampa le cassette in un'edizione limitata su cd che ha come valore aggiunto una tracklist più sostanziosa.
Occorre infine un ultimo, lunghissimo, balzo spazio/temporale al 1° giugno 2020 - causa gestazione del progetto più slittamento per Lockdown dell'originaria uscita a marzo -  perchè Area Pirata (Pisa uber alles) renda nuovamente disponibile questo sanguigno - quanto seminale - testamento di un'Italia che se la giocava alla pari con il resto del mondo.
Questa volta sono 71 le tracce di furia inaudita e splendida ingenuità ricavate dai nastri restaurati e rimasterizzati da Alessandro Sportelli - colui che ha contribuito ad immortalarle quel 4 dicembre - e schiantate in un pack che restituisce piena dignità al mito: un doppio cd in 1000 copie arricchito dal bel booklet di 36 pagine pieno zeppo di foto e testimonianze di prima mano.
I live di CCM, I Refuse It, Useless Boys, Putrid Fever, Brontosauri, Juggernaut, Stato Di Polizia, Dements, War Dogs, Aufschlag e Traumatic risplendono di nuova vita, pronti a sfidare una platea più ampia dei 200 dropout allora inconsapevoli protagonisti di un episodio memorabile.
Un unico neo allontana dal 10 pieno questa ristampa magistralmente orchestrata: l'inevitabile, doloroso, stralcio dell'esibizione dei Raw Power - per una non meglio definita questione di diritti - che secondo affidabili insider verrà probabilmente recuperata nella prossima edizione. 
Oggi più che mai "la costa ovest si scatena" e l'anima torna a pulsare di rumore imprescindibile.




Davide Monteverdi.


martedì 24 aprile 2018

HOT SNAKES: "JERICHO SIRENS" (Sub Pop, 2018).



L'indiscutibile talento di Rick Froberg e John Reis è tutto qui, in "Jericho Sirens".
Il nuovo, quarto, album per gli Hot Snakes o meglio il primo dal 2005, data del loro improvviso scioglimento, nonostante siano ritornati blandamente in azione già dal 2011 con una manciata di esibizioni live.
Quattordici anni, se la matematica non è un'opinione, e come si dice non sentirli in assoluto, soprattutto mettendo mani e orecchie alle 10 bordate della tracklist: nessuna concessione, nessuna titubanza, nessun calo di tensione o creatività, ma l'esatto contrario
"Jericho Sirens" è, infatti, l'evoluzione naturale del suono incrociato di Drive Like Jehu e Rocket From The Crypt, dopato di testosterone e furia cieca, bipolare ma in controllo quasi manicacale.
"Hardcore Garage Punk" ne ha saggiamente scritto qualcuno centrando il punto: un mix letale cui aggiungere l'amore bruciante in primis per i Wipers, poi per i Suicide, At The Drive In, Nomeansno, New Bomb Turks, Swans e Shellac, ricomposti sadicamente in un mosaico preciso dai bordi taglienti come rasoi.
Per l'esordio su Sub Pop (che ristamperà a breve l'intero catalogo della band di San Diego) Rick e John mettono prima mano alla line up originale coinvolgendo tutti gli attori del recente passato, compresi i due batteristi Jason Kourkounis (Delta 72) e Mario Rubalcaba (Earthless, Off!) oltre al bassista Gar Wood, affidandosi quindi alle indiscusse capacità del fido Ben Moore in fase di produzione.
Ne esce una bomba a frammentazione devastante a tutti i livelli.
Detto per inciso non siamo in odore di una qualsivoglia operazione Nostalgia, perchè gli Hot Snakes hanno mantenuto il piglio "in your face" al netto di qualsiasi compromesso commerciale: suonano davvero e lo fanno benissimo rivitalizzando con ottima sinergia suoni e liriche di un genere col fiato corto da anni.
Poco importa quanto siano angolari, brutali, veloci, ironici e urticanti.
A loro non glien'è mai fregato un cazzo della moda, tantomeno di suonare al Coachella.
Davvero, è tutto bellissimo, ma "I Need A Doctor", "Six Wave Hold-Down", "Jericho Sirens" di più!







Davide Monteverdi