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martedì 7 aprile 2020

Smalltown Tigers: "Five Things" (Area Pirata, Cd 2020)


Ci mettono 22 minuti scarsi le Smalltown Tigers a tirare giù tutto il possibile e immaginabile.
In un lasso di tempo minimo, che manco nell'Hardcore anni '80, il power trio all female targato Rimini assembla 8 tracce splendide dall'incedere ruffiano e poderoso, surfando un'onda immensa - e generata da 50 anni almeno di background sonico - con l'ardore incosciente e traballante della Prima Volta. Valli (basso/voce), Monty (chitarra/voce) e Castel (batteria/voce) non soffrono minimamente di un qualsivoglia complesso di inferiorità nei confronti dei loro numi tutelari, anzi li guardano dritti negli occhi pronte alla rissa.
Che siano Ramones o Runaways non fa differenza, perchè le Smalltown Tigers riescono a sfilarsi agilmente da paragoni (imbarazzanti) suonando di brutto dall'inizio alla fine dell'album: l'energia è sincera, la personalità è solida e acclarata, le canzoni filano via come zucchero filato dal retrogusto power pop, cosicchè il futuro prossimo venturo parrebbe una pura formalità da interpretare, però, senza eccessi di zelo.
Piacciono le Smalltown Tigers - e parecchio - soprattutto dal vivo, sia in Italia che all'estero dove ormai sono di casa. Ma attenzione, concentrazione, perchè tutto fili liscio la conditio sine qua non resta una e una sola: continuare a sognare ad occhi aperti.
"Five Things", masterizzato dall'asso "detroitiano" Jim Diamond, è in uscita intorno al 24 Aprile sempre per i kids di Area Pirata.
Pigliatelo al volo!


Ascolta: "Five Things", "Find Myself Another Name", "Darling Please".






Davide Monteverdi.


martedì 24 aprile 2018

HOT SNAKES: "JERICHO SIRENS" (Sub Pop, 2018).



L'indiscutibile talento di Rick Froberg e John Reis è tutto qui, in "Jericho Sirens".
Il nuovo, quarto, album per gli Hot Snakes o meglio il primo dal 2005, data del loro improvviso scioglimento, nonostante siano ritornati blandamente in azione già dal 2011 con una manciata di esibizioni live.
Quattordici anni, se la matematica non è un'opinione, e come si dice non sentirli in assoluto, soprattutto mettendo mani e orecchie alle 10 bordate della tracklist: nessuna concessione, nessuna titubanza, nessun calo di tensione o creatività, ma l'esatto contrario
"Jericho Sirens" è, infatti, l'evoluzione naturale del suono incrociato di Drive Like Jehu e Rocket From The Crypt, dopato di testosterone e furia cieca, bipolare ma in controllo quasi manicacale.
"Hardcore Garage Punk" ne ha saggiamente scritto qualcuno centrando il punto: un mix letale cui aggiungere l'amore bruciante in primis per i Wipers, poi per i Suicide, At The Drive In, Nomeansno, New Bomb Turks, Swans e Shellac, ricomposti sadicamente in un mosaico preciso dai bordi taglienti come rasoi.
Per l'esordio su Sub Pop (che ristamperà a breve l'intero catalogo della band di San Diego) Rick e John mettono prima mano alla line up originale coinvolgendo tutti gli attori del recente passato, compresi i due batteristi Jason Kourkounis (Delta 72) e Mario Rubalcaba (Earthless, Off!) oltre al bassista Gar Wood, affidandosi quindi alle indiscusse capacità del fido Ben Moore in fase di produzione.
Ne esce una bomba a frammentazione devastante a tutti i livelli.
Detto per inciso non siamo in odore di una qualsivoglia operazione Nostalgia, perchè gli Hot Snakes hanno mantenuto il piglio "in your face" al netto di qualsiasi compromesso commerciale: suonano davvero e lo fanno benissimo rivitalizzando con ottima sinergia suoni e liriche di un genere col fiato corto da anni.
Poco importa quanto siano angolari, brutali, veloci, ironici e urticanti.
A loro non glien'è mai fregato un cazzo della moda, tantomeno di suonare al Coachella.
Davvero, è tutto bellissimo, ma "I Need A Doctor", "Six Wave Hold-Down", "Jericho Sirens" di più!







Davide Monteverdi

giovedì 28 dicembre 2017

A New Bunch from Area Pirata 2017.


Album grintoso questo "Between The Lines" dei bolognesi The Classmates, il secondo per l'esattezza dopo l'esordio del 2015. 10 tracce registrate e masterizzate tra Treviso e Chicago che ci restituiscono un power trio che maneggia con personalità spiccata del materiale altamente (e positivamente) radioattivo. Muovendosi tra i meandri spigolosi e affascinanti di certo glam rock e pre punk, per sconfinare senza vergogna alcuna in territori garage e power pop, "Between The Lines" soddisfa infatti tutte le aspettative candidandosi anche come ottimo prodotto italico da esportazione, trainato fin dall'incipit "Clerk" con un piglio che la dice lunga sulle velleità della band. 






Vengono da Teramo le Wide Hips 69, band 75% all female se non fosse per Gabriele l'invidiatissimo batterista, sono potenti e slabbrate e ci regalano il loro nuovo album "The Gang Bang Theory" con un certo qual senso di rude fierezza. Il loro immaginario affonda le radici tanto nei suoni delle L7 quanto delle Runaways, declinati in maniera ancora più perversa, se possibile, seguendo dettami garage e punk qua e là ingentiliti da incursioni soul e glam. Registrato in presa diretta "The Gang Bang Theory" è un vero e proprio cazzotto in faccia a cui rispondi col sorriso ebete: c'è la cover giusta ovvero (You Gonna Make Me) Want You di Sandi Sheldon, c'è l'attitude stradaiola un pò MC5 e Stooges, c'è sessimo politicalmente scorretto a go go.
Insomma anche qui 10 tracce che volano via come il pane, piacevoli, consapevoli e che guardano lontano verso altri mondi, ormai molto più prossimi.
Brave Cristina, Daniela, Lorena.





Davide Monteverdi.