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lunedì 6 maggio 2024

FUZZTONES: "LIVE AT THE DIVE '85" (Area Pirata, cd digipack).


Per chi respira l'immaginario Garage i Fuzztones rappresentano una delle punte di diamante del revival sbocciato negli Stati Uniti all'inizio degli anni '80. Sicuramente possono fregiarsi del titolo di band più longeva del genere e - con ogni probabilità - quella che ha riscosso i maggiori consensi e successi "commerciali", soprattutto se paragonati ai tanti coevi meno (economicamente) fortunati. In questo inedito "Live At The Dive '85" reso finalmente disponibile da Area Pirata sotto forma di doppia release in edizione limitata, Rudi Protrudi e soci si fanno le ossa con il repertorio di "Lysergic Emanations" - che vede la luce in quei giorni - e una manciata di splendide cover tra passato (oscuro) e contemporanei attestati di stima, suonando alla morte una ventina di canzoni per un manipolo di amici e prime mover scatenati come pochi. Album che, oltre a godere di una registrazione qualitativamente buona, è anche testimonianza diretta del quintetto in stato di grazia. Un'istantanea tanto preziosa quanto dettagliata - da qualsiasi angolazione la si guardi - di un'epoca virtuosa che oggi sembra appartenere alla mera mitologia musicale per loser. Infatti da un lato immortala il The Dive (club iconico della New York pitturata di Sixties) nel suo momento di massimo splendore prima dell'implosione prematura, dall'altra i Fuzztones (con la migliore formazione di sempre?) all'alba del tour europeo della piena consacrazione. Da questa miriade di circostanze, fortuite o meno, scaturirà poi quel "Live In Europe" che non solo chiuderà il cerchio a due anni di distanza dall'esibizione al The Dive, ma anche il primo eccitante capitolo della storia dei Fuzztones.
Da lì in avanti sarà tutta un'altra storia.

  FUZZTONES 

AREA PIRATA Bandcamp


Davide Monteverdi.

mercoledì 18 aprile 2018

THE SICK ROSE: "Someplace Better" (Area Pirata, 2018).


Il 35° anno di vita dei Sick Rose ci regala anche il loro 7° album.
"Someplace Better", sottotitolato "A Metaphoric Journey In Search Of A Better Place", ci restituisce una band (rimangono solo Luca Re e Diego Mese del nucleo originario) carica di nuove idee, nuovi percorsi e suoni ibridi tra il vecchio corso, più sporco e stradaiolo e questo nuovo, evoluto verso lidi roots e neopsichedelici.
Grazie all'intervento in sede di mixaggio e produzione di un pezzo da 90 come Ken Stringfellow, già con Posies R.E.M. e Big Star, e di una verve compositiva generale in grande spolvero.
"Someplace Better" è un album super solare e divertente, le cui 11 tracce tutte orginali contribuiscono ad alimentare il (giusto) mito di cui i Sick Rose godono in Italia e nel resto del mondo.
Insomma stiamo a parlare di un'eccellenza tricolore che meriterebbe un proscenio "pesante" e dal respiro sicuramente globale, nonostante la mia prima impressione è che i kids non siano tanto interessati a battaglie di ego e aereoporti, quanto a stigmatizzare con il loro sound sferragliante una compattezza e corenza raramente riscontrabili.
Bravissimi sì, ma brava anche Area Pirata a sovrintendere il progetto con una visione d'insieme e strategica fuori dal comune per una label indipendente, soprattutto in tempi non semplici come questi.
Parliamo di un packaging molto bello (merito del chitarrista Giorgio Cappellaro) e, as usual, di un'uscita in tiratura limitata sia in vinile che in cd.






Davide Monteverdi

mercoledì 30 agosto 2017

FOUR BY ART: "INNER SOUND" (ArtRec/Area Pirata, Cd 2017).


Ci sono voluti quasi tre anni in studio per apprestare il rientro discografico dei Four By Art, leggendario combo psych/mod con il corpo a Milano e lo spirito nella Swinging London.
Anni spesi a testare su strada il nuovo materiale musicale e a rodare la nuova formazione dopo la dipartita di due dei membri originari, Demetrio e Giuseppe, cui l'album è dedicato.
Il risultato è "Inner Sound", frutto della collaborazione tra Artrecords e Area Pirata: un bellissimo cd a tiratura limitata (300 copie) suddiviso in 13 episodi, dalla grafica strepitosa opera di Grace e dal sapore fresco e danzereccio che ha dissipato ogni dubbio di sorta su questo rientro quasi epocale, dopo la reunion del 2002.
A 30 anni suonati da quel "Everybody's An Artist With Four By Art" che ne sancì lo scioglimento rimane solo Filippo Boniello della formazione originale al timone, sostenuto però da un gruppo coeso di amici/musicisti 
in linea perfetta  con il manifesto estetico dei Four By Art. Vale a dire un rockettone energico sporcato di r&b, psichedelia e garage beat travolgente il tutto poi filtrato in chiave strettamente 60's e di impatto immediato sui garretti degli astanti.
Ottime anche la scelta delle cover da inserite nella tracklist,"Allora Mi Ricordo" dei New Trolls e "Sorry" dei Three O Clock, veri e propri cavalli di battaglia nei loro live infuocati.
Perchè non bisogna scordarsi mai che i Four By Art sono una fottuta party band selvaggia e che, soprattutto, non fa prigionieri.
Hands up per: "I'm Burning", "Living For Today", "Sorry", "Take your Time", "Say Something".





Davide Monteverdi