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mercoledì 20 maggio 2020

Baby Jesus: "Words Of Hate" (Area Pirata, LP 2020)


Quando sei svedese e nella vita vuoi suonare musica grezza e immediata - intrisa di sudore e miasmi psichedelici,  possibilmente unta dal sancta sanctorum 60's - ti trovi in una situazione molto particolare e delicata: almeno non sfigurare nel confronto (improbo) con i tuoi illustri predecessori.
Creeps, Stomachmouths, Crimson Shadows, Nomads sono semplicemente leggende del Garage mondiale cui i Baby Jesus cercano di carpire i fondamentali del Verbo, album dopo album.
E con "Words Of Hate" - terzo lavoro uscito in pieno lockdown - ribadiscono il concetto con ancor più veemenza, buttando giù 13 canzoni che pescano sì dal mazzo, ma ampliando generosamente il ventaglio di riferimenti sonori al netto di paletti di spazio - tempo - genere.
Ecco allora i Morlocks, Link Wray, i Creedence e pure i Black Lips fare capolino qua e là tra schizzi surf, ballad folk marziane, jingle jangle lisergici e un paio di tirate dal DNA punkettone proprio niente male.
Dunque posso tranquillamente affermare che la missione dei kids di Halmstad è riuscita.
Vale a dire ritagliarsi un angolino accogliente subito alle spalle dei loro antenati blasonati, nonostante un refresh compositivo - circostanziato proprio in "Words Of Hate" - che li rende più protagonisti contemporanei che nostalgici revivalisti.
Per gli amanti del Garage e del Rock And Roll in generale.

Ascolta: "No Reason At All", "Red Fangs", "Baked For Money", "Who You Are".






Davide Monteverdi.


mercoledì 28 agosto 2019

Minor Poet: "The Good News" (Sub Pop, 2019).


"The Good News" è l'album principe dell'estate 2019: solare, scintillante, sprizza sorrisi ed energia contagiosa un minuto dietro l'altro, con quel retrogusto vagamente malinconico, da fine campeggio, che ne aumenta a dismisura il tasso empatico.
L'esordio del progetto Minor Poet su Sub Pop, secondo lavoro dopo "And How!" del 2017,  è (quasi) completamente a carico del solo Andrew Carter, deus ex machina dietro ad ogni composizione: lui scrive i testi agrodolci che incrociano esperienze personali a tematiche più ampie, suona tutti gli strumenti, produce con grande raffinatezza in compagnia di Adrian Olsen (Foxygen), canta e interpreta con versatilità canaglia che mira dritta al cuore dell'ascoltatore, in ultimo coagula attorno a sè una tour band altrettanto camaleontica con cui calca i palchi in giro per gli States spaccando tutto.
"The Good News" si rivela (dopo ascolti ripetuti e indolenti) un raffinato contenitore di parole ed emozioni, condensate in 22 minuti di orizzonti musicali senza fine, dove il termine "Pop" descrive alla perfezione il percorso virtuoso del folletto di Richmond: trasportare il passato glorioso nel presente globalizzato per renderlo futuro accessibile. Riuscendoci in soli 4 giorni di studio!
E come la chiamereste voi tutta 'sta roba se non "Talento"?
Applausi a scena aperta Andrew, davvero, Brian Wilson e Phil Spector saranno fieri di te, nipote sonico adottivo!



Ascolta: Bit Your Tongue/All Alone Now, Nude Descending Staircase.




Davide Monteverdi


domenica 12 maggio 2019

The Trip Takers: "Don't Back Out Now" (Area Pirata, 2019).



Mai come negli ultimi anni l'Italia è stata così prodiga di figliuoli bravi a destreggiarsi nei revivalismi garage/neo psichedelici, sfoggiando una manciata di band ad alta caratura attitudinale e, soprattutto, musicale.
Band come i Trip Takers, ad esempio, che fanno dell'ortodossia sbarazzina e frizzante il loro manifesto estetico.
Confezionando le 10 track di questo album d'esordio, "Don't Back Out Now", in una vellutata macchina del tempo dalle ampie dotazioni analogiche, per dare un taglio retrò/vintage dalla grana raffinata e (volutamente) calligrafica all'intero progetto.
Così che ogni canzone racchiude in sè una piccola istantanea caleidoscopica: scorci di Saville Row e Haight Ashbury che flirtano amabilmente senza mai litigare, tra fiori e visioni, passioni e bagliori cosmici.
Questa è la magia che i Trip Takers ricamano e personalizzano brano dopo brano, lasciando mano libera alla verve psichedelica di viaggiare da un continente all'altro senza pesanti orpelli.
"Don't Back Out Now" si ascolta e si ama dal primo istante, perchè è la colonna sonora perfetta per questa Primavera turbolenta e viziosa.
Ovviamente applausi anche ad Area Pirata, la cui documentazione minuziosa di certe pieghe spaziotemporali ci affranca da ignoranza e grigiore.



Ascolta: Let Me Sail, Don't Back Out Now, Gambin' Gal, Misty Shore.




Davide Monteverdi

venerdì 26 aprile 2019

The Kaams: "Kick It" (Area Pirata, 2019)



Terzo album per il power trio di Bergamo, al 10° anno di attività, che ritorna sulle scene dopo un periodo piuttosto travagliato tra cambi di formazione repentini e momenti compositivi di non facile soluzione.
Le 12, bellissime, tracce del nuovo album sono invece cariche di consapevolezza Garage/Power Pop tanto quanto sono (felicemente) perse tra i fumi lisergici della Neopsichedelia italica, in flirt perenne con la California dei 60's ma al netto del jet lag. Ed ecco che "Kick It" già al secondo ascolto diventa virale, invitando incessantemente a danze sfrenate e conseguente pubblico ludibrio.
Ma noi siamo nati per questo mondo e tanto ci basta: essere in amore per almeno una trentina di minuti stropicciati.
Applausi a scena aperta per Andrea, Marco e Tiziano.



Ascolta: Walk Out The Door, Out Of The Blue, Cold In My Bones, Follow The Sun.




Davide Monteverdi


mercoledì 18 aprile 2018

THE SICK ROSE: "Someplace Better" (Area Pirata, 2018).


Il 35° anno di vita dei Sick Rose ci regala anche il loro 7° album.
"Someplace Better", sottotitolato "A Metaphoric Journey In Search Of A Better Place", ci restituisce una band (rimangono solo Luca Re e Diego Mese del nucleo originario) carica di nuove idee, nuovi percorsi e suoni ibridi tra il vecchio corso, più sporco e stradaiolo e questo nuovo, evoluto verso lidi roots e neopsichedelici.
Grazie all'intervento in sede di mixaggio e produzione di un pezzo da 90 come Ken Stringfellow, già con Posies R.E.M. e Big Star, e di una verve compositiva generale in grande spolvero.
"Someplace Better" è un album super solare e divertente, le cui 11 tracce tutte orginali contribuiscono ad alimentare il (giusto) mito di cui i Sick Rose godono in Italia e nel resto del mondo.
Insomma stiamo a parlare di un'eccellenza tricolore che meriterebbe un proscenio "pesante" e dal respiro sicuramente globale, nonostante la mia prima impressione è che i kids non siano tanto interessati a battaglie di ego e aereoporti, quanto a stigmatizzare con il loro sound sferragliante una compattezza e corenza raramente riscontrabili.
Bravissimi sì, ma brava anche Area Pirata a sovrintendere il progetto con una visione d'insieme e strategica fuori dal comune per una label indipendente, soprattutto in tempi non semplici come questi.
Parliamo di un packaging molto bello (merito del chitarrista Giorgio Cappellaro) e, as usual, di un'uscita in tiratura limitata sia in vinile che in cd.






Davide Monteverdi