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mercoledì 29 luglio 2020

WASHED OUT: "PURPLE NOON" (Sub Pop, Cd 2020).


In principio "Purple Noon" era schedulato in uscita per la tarda primavera, poi il mondo si è capovolto - come tutti sappiamo - costringendo la Sub Pop a rivedere le proprie scadenze e posticipare, così, al 7 agosto il suo lancio sul mercato.
Lavoro intestato in ogni sua parte al talentuoso Ernest Green - solo il mixaggio è demandato al fido Ben H. Allen - sancisce il ritorno alla scuderia di Seattle dopo la breve parentesi Stones Throw, per "Mister Mellow", e un silenzio discografico durato 3 lunghi anni.
Silenzio a quanto pare costruttivo - solo qualche collaborazione "pesante" in giro la cui influenza si farà sentire - anzi, a posteriori fondamentale per sintetizzare le suggestioni raccolte strada facendo e in seguito redistribuite, con rara sensibilità, in ognuna delle 10 tracce.
"Purple Noon" nasce come organismo pulsante, una sorta di work in progress dove Washed Out sperimenta la fascinazione recente per il Modern Pop senza inibizioni: prima raffinando l'approccio alla produzione mai così cristallina, poi tastando differenti latitudini musicali nel tentativo di disegnare una traiettoria mainstream (umanamente) sostenibile, infine regalando inesplorate profondità emotive alla composizione dei testi.
E tutto, vale a dire proprio tutto di questo lavoro, origina dall'Amore nel suo complesso ventaglio di epifanie in collisione. Ascesa e decadenza, passione e perdita, approcci ingenui e delusioni fulminanti, convergenze inattese e doloroso oblio. 
Green, però, è bravissimo a smarcarsi dai clichè che banalizzano il quotidiano dell'universo Pop. Ne esorcizza ogni stanca consuetudine abbigliandola a festa e ci costruisce, con sagacia e dovizia di particolari, una dimora accogliente per le proprie riflessioni sentimentali.
Insomma, questo 4° album è il preciso "Qui E Ora" del genietto di Atlanta: sinuoso, sontuoso, immersivo, empatico e incredibilmente scorrevole dal primo all'ultimo minuto.
Una miscela letale di beat rotondi in chiaroscuro dal retrogusto salmastro, i cui bassi regimi imbrigliano a stento le pulsioni che fremono sottopelle, dove l'immaginario sonoro corre agile tra atmosfere patinate dai trascorsi suggestivi, ma riconsiderate con piglio futuristico.
"Purple Noon" si candida al titolo di album più accessibile e colorato di Washed Out già dalla copertina manifesto, omaggio minimalista all'ispirazione guida del momento: l'eleganza senza tempo del Mediterraneo in tutte le sue mille sfaccettature. Poteva forse esserci uno sfondo migliore per questa manciata di istantanee musicali?
Intenso.

Ascolta: "Face Up", "Paralysed", "Game Of Chance", "Hide".







Davide Monteverdi.


giovedì 23 aprile 2020

The Homesick: "The Big Exercise" (Sub Pop, Cd 2020).


Gli Homesick sono formalmente un trio - alla bisogna si aggregano altri musicisti per completare il suono della band - olandese messo sotto contratto nientemeno che dalla Sub Pop la quale, come più volte articolato in passato, ha sviluppato un fiuto infallibile nell'arricchire e diversificare il proprio catalogo, aprendo a soluzioni musicali talvolta eterodosse, ma pregevoli sotto molti punti di vista.
Rientrano in questa categoria i kids di Dokkum che con "The Big Exercise" confezionano un esordio per la label di Seattle che è un pò la sorpresa - in positivo - dei primi mesi dell'anno.
Reduci da un primo album "Youth Hunt" ( per la indie label Subroutine) che già diceva parecchio del loro manifesto estetico seppur declinato in maniera acerba e con focus ondivago, in questo nuovo lavoro di studio si superano alla grande.
In meno di 3 anni sono infatti riusciti a compattare suoni e idee, a renderli organici e fruibili, secondo un'interpretazione molto personale del concetto di musica "Pop", che dovrebbe essere in primis veicolo di Bellezza condivisa senza necessariamente scendere a patti con i trend del momento.
In " The Big Exercise" c'è tutta questa tensione artistica e ideale, la si avverte sulla pelle, canzone dopo canzone, in un esplosione policroma dall'impatto devastante.
Merito della produzione accurata e matura, certo, ma anche - e soprattutto - della conflagrazione di mille coordinate sonore che contribuiscono a rendere magico il prodotto finale, super divertente da ascoltare a ripetizione e di difficile catalogazione "atmosferica".
In " The Big Exercise" resiste la scia post punk/wave, si odorano rarefatti effluvi prog e psichedelici, i tentativi art pop vanno a buon fine così come le impennate chitarristiche, e il melange che ne scaturisce profuma di sole, campi in fiore e amore libero.
Animal Collective, Scott Walker, King Gizzard, Field Music, Beatles, XTC, Monochrome Set, Josef K, Ariel Pink - tra i tanti - sono gli astri luminosi della galassia sonora e compositiva che gli Homesick frequentano con dimestichezza, o almeno così scrivono quelli che di musica ne sanno a pacchi.
"The Big Exercise" è una raccolta di canzoni davvero molto affascinante e con il potere di cambiare il senso di una giornata qualsiasi, per questo merita almeno un ascolto e possibilmente l'acquisto immediato.
Bravi!

Ascolta: "Children's Day", "I Celebrate My Fantasy", "Focus On The Beach", "Male Bonding".






Davide Monteverdi.