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martedì 9 luglio 2019

VERSING: "10000" (Hardly Art, 2019)


"10000" è il nuovo, secondo, lavoro di studio per il quartetto di Seattle guidato dal carismatico cantante e chitarrista Daniel Salas, che con le sue 13 tracce ci conduce per mano in un passato recente e glorioso. Quegli anni 90 che hanno marchiato a fuoco almeno un paio di generazioni turbolente di teenagers, in un saliscendi schizofrenico tra melodie e rumore, ordine e caos, autodistruzione e catarsi.
Tutti i riferimenti sonori di questo album prendono ossigeno, di fatto, dall'epopea alternative rock di quel decennio, rimodulati però secondo un linguaggio corrente (seppur rispettoso delle tradizioni) declinabile con la sensibilità delle nuove generazioni di ascoltatori.
Le tracce di "10000" scorrono bene dall'inizio alla fine, abbandonando nelle sinapsi schegge elettriche di Pavement, Dinosaur Jr, Sonic Youth e tutta quella roba lì college rock a stelle e strisce, con in più una strizzatina d'occhio alla coeva scena shoegaze psichedelica inglese.
Insomma nulla di nuovo sotto il sole dell'indie sound (tantomeno dalla rigogliosa Seattle), ma "10000" è un album che si fa ascoltare con rinnovata curiosità: di sicuro non impatterà sul corso della storia, ma può ambire a guadagnarsi lo status di gioiellino incompreso all'interno della scena.


Ascolta: "Entryism", "Tethered", "By Design", "In Mind", "Sated".



Davide Monteverdi.


martedì 20 giugno 2017

Chastity Belt: "I Used To Spend My Time Alone" (Hardly Art, 2017)



"I Used To Spend My Time Alone" è il terzo lavoro di studio per le Chastity Bell.
Ed è un album affascinante. Sotto ogni punto di vista.
Una sorta di vademecum per chi volesse assaporare la magia delle sonorità indie degli anni 90, al di là dei revival vuoti e semplicistici.
Già dall'incipit "Different Now" senti riverberi di Pavement, Wipers (originari di Portland, Oregon, dove si trovava lo studio di registrazione di questa session), Nirvana, Sonic Youth, e ne cito così pochi per via dello spazio, non per mancanza (loro) di ispirazione.
E sì, le cadenze un pò slacker e un pò shoegaze del combo ora in pianta stabile a Washington mi piacciono tantissimo.
Ci sono 10 canzoni più 3 bonus tracks in questo "I Used To Spend My Time Alone" ed ognuna raccoglie una piccola storia, a volte bella a volte no, che ti rapisce l'anima.
Di mattina come a notte fonda.
Perchè quella voce lì, con quelle chitarrine lì possono sembrare immobili, ma trapanano il cuore come nessun'altro nell'afa di Giugno quasi estate.
L'applauso globale va a "5AM", l'episodio che chiude formalmente la tracklist e che molla un paio di schiaffi energici a difese abbassate, un mix perfetto e commovente tra i primi Cure e le malie chitarristiche dell'indimenticabile Greg Sage.
Approvato!

Davide Monteverdi